Bandi e accordi sindacali sui bandi In Istat sono sempre sofferti e in questi giorni è scoppiato puntualmente il dibattito sulle mailing list dell’Istituto intorno alle selezioni ex art. 54, che disciplina le progressioni di livello per i livelli professionali IV-VIII.
Vogliamo proporre un ragionamento organico diverso su come superare le contraddizioni di queste procedure e sottrarre margini di discrezionalità a chi, con la scusa di valutare la qualità del nostro lavoro, vuole costruire affiliazioni e punire i dipendenti riottosi ai meccanismi di cooptazione. Un differente approccio al tema avrebbe come effetto anche quello di occuparsi della scarsità di risorse che condanna i più a non maturare mai un incremento stipendiale.
Per essere didascalici, partiamo da un esempio concreto.
Dipendente X assuntə nell’anno 2010 nel profilo Cter di VI livello. Dal 2010 al 2017 il suo stipendio non solo non è mai cresciuto (se non per effetto degli esimi aumenti contrattuali) ma è addirittura diminuito per effetto dell'aumento della tassazione.
Dipendente Y assuntə nell’anno 2010 nel profilo Cter di VI livello e poi passatə al III livello nel 2017. Dal 2010 al 2017 il suo stipendio non solo non è mai cresciuto (se non per effetto degli esimi aumenti contrattuali) ma è addirittura diminuito per effetto dell'aumento della tassazione. Nel 2017 la svolta: un concorso interno dai posti ridottissimi che lə traghetta nell’olimpo deə ricercatorə/tecnologə. Non solo si concretizza un significativo passaggio di livello ma, dopo tre anni, riceve il primo aumento di stipendio attraverso lo scatto di fascia riconosciuto a seguito della presentazione di una relazione sull'attività svolta. Tra 5 anni ne avrà nuovamente diritto e così per gli anni a seguire. Se questa stessa persona fosse rimasta inquadrata al VI livello con ogni probabilità non avrebbe fatto alcun passaggio al V livello, nonostante il medesimo impegno e le stesse attività svolte. E questo per una serie di ragioni tra cui la scarsità di risorse, la limitata esperienza nel profilo, la scarsa anzianità, l’assenza di idoneità pregresse…
Ci siamo sempre domandati perché esistano differenze così abissali tra colleghə che lavorano nello stesso Istituto, seppur con inquadramenti diversi. E soprattutto perché queste differenze anacronistiche non si riesca a farle decadere.
La progressione regolata dall'art 54 in realtà costituisce problema per una ragione semplice ma poco dibattuta e messa al centro delle rivendicazioni: dentro i profili IV-VIII non esistono meccanismi di adeguamento economico regolari. Gli automatismi previsti per i livelli I-III ai IV-VIII sono negati. Ovvero se non si riesce a fare un passaggio di livello, lo stipendio di un IV-VIII resta fermo dal primo all'ultimo giorno di lavoro.
Questa cosa è incredibile, un fenomeno che accade difficilmente persino nel privato!
Se esistessero scatti stipendiali regolari in questi profili le progressioni di livello, forse, non si trasformerebbero nella guerra tra bande che sono diventate. Forse perché nei profili I-III, dove il meccanismo delle fasce stipendiali è bel consolidato, comunque il passaggio di livello viene interpretato dai più come meccanismo di aumento del salario generando numerose distorsioni, tra cui l'idea (per noi malsana) che tutti i III livelli prima o dopo debbano diventare II e poi I (indipendentemente dal fabbisogno di posizioni dirigenziali, dalle attitudini, dalle competenze, ecc.).
Ora, tutto questo ragionamento per sostenere un approccio diverso alla questione. Lo esponiamo per punti:
- la nostra battaglia non dovrebbe essere volta a rivendicare il "diritto al pezzo di carta" dove c'è scritto cosa ho fatto (anche perché, se passa questo principio, magari a monte non ti sarà chiesto di fare le cose più prestigiose e il dirigente avrebbe comunque un potere discrezionale). Per noi queste carte non dovrebbero proprio più circolare in Istituto! Occorrerebbe rivendicare, semmai, opportunità formative più aderenti alle esigenze del singolo e del gruppo in cui è inserito, cooperazione nella costruzione degli obiettivi e reale confronto.
- l'unico vero criterio non strumentalizzabile da nessuno è l'anzianità di servizio e questa dovrebbe produrre scatti stipendiali regolari e codificati (come quelli dei livelli I-III), separando l'aumento di stipendio dal passaggio di livello.
- la battaglia vera è sull'introduzione di fasce salariali per i livelli IV-VIII e sul finanziamento delle progressioni di livello. Un tema che dovrebbe essere posto sul tavolo del rinnovo del CCNL da parte delle OOSS autorizzate a sedersi a quel tavolo (anche se sarebbe più corretto dire auto-autorizzate: una grande lezione di democrazia sindacale!). Gli esponenti di queste OOSS, quindi, anziché mandare 300 mail sulle mailing list dell’Istituto, invitandoci a segnalare i direttori che non rilasciano scartoffie, farebbero meglio a rivolgere le loro forze altrove, dove forse si potrebbero produrre dei veri cambiamenti. Magari no, ma almeno provarci seriamente!
- infine ci piacerebbe che i contratti una volta sottoscritti vengano poi sottoposti, tramite referendum, al parere dei lavoratori che li incarnano. Così diventerebbe finalmente chiaro quanto ci rappresentano queste famose OOSS rappresentative.
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